S. EGIDIO MARIA DI SAN GIUSEPPE DA TARANTO

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La nostra Provincia religiosa annovera tra i suoi figli S. Egidio Maria di san Giuseppe da Taranto. Il suo culto, oltre che a Napoli, dove riposano i suoi resti mortali venerati dai partenopei come quelli del loro Consolatore, è ovviamente celebrato anche a Taranto, sua città natale, presso il nostro Convento “San Pasquale”. L’insigne reliquia è perennemente esposta presso l’altare a lui dedicato e venerata dai suoi concittadini solennemente nei giorni festivi a lui dedicati.

Qui ne riportiamo i cenni biografici salienti, rimandando ad altre fonti eventuali approfondimenti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Egidio_Maria_da_Taranto;

https://chiesasanpasquale.wordpress.com/2016/12/01/il-culto-di-s-egidio/

– numerose pagine dei Social Networks

 

Cenni biografici

S. Egidio Maria è salito agli onori degli altari per volere di Giovanni Paolo II che lo ha iscritto nell’albo dei Santi nel giugno 1996 per un miracolo riconosciuto tale dall’apposita Commissione vaticana.

Nativo di Taranto (6 novembre 1729), fece il suo ingresso nell’Ordine Francescano della Riforma Alcantarina ancora molto giovane, ma non prima di aver assicurato il sostentamento della famiglia dopo la morte del padre. La sua pietà lo spinse ad interrogarsi sul progetto di vita che, comprese, essere quello di consacrarsi totalmente a Dio.

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Per questo motivo i Padri Scalzi residenti a Taranto, presso il Convento S. Pasquale, lo inviarono a Galatone per compiere l’anno di Noviziato. Qui si esercitò con profitto negli uffici di pertinenza dei Frati non sacerdoti e crebbe nell’amore all’Eucaristia e alla Madre di Dio testimoniato da quanti vissero con lui. Fu solo questo il periodo della sua residenza alla Grazia, perché poi l’obbedienza lo volle a Napoli, dopo brevi soste a Squinzano e a Capurso.

Il Santo dei bassi, così lo chiamavano, si distinse per la grande carità in tempi estremamente difficili sotto ogni punto di vista ed anche per il coraggio di prendere le difese dei poveri anche opponendosi, se necessario, al potere costituito, in nome di Dio. Non furono pochi i miracoli da lui compiuti a favore dei più deboli, alcuni anche di grande risonanza, ma ciò per cui veniva facilmente ricordato e amato era il suo invito ad amare Dio: semplice cosa, se si vuole, ma di grande importanza al fine di riportare ogni cosa alla sua giusta relazione col Creatore.

 

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Nei locali del Noviziato del Convento Santuario. “La Grazia” di Galatone, a ridosso della parete della chiesa e vicino ad un piccolo balconcino che dal corridoio affaccia sull’altare maggiore in direzione della sacra Icona della Grazia, vi è la povera cella che lo ospitò durante la sua permanenza galatonese.